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APPROFONDIMENTI | Psychedelic rock | 12.07.22   TONSTARTSSBANDHT ¦ 
Oltre l'infinito del suono

Al Buserks di Lugano il 14 e il 15 luglio. Intanto, Andy White racconta il duo

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Nella foto la Tonstartssbandht: i fratelli Edwin (a sinistra) ed Andy White. © TONSTARTSSBANDHT


⇒ BUSKERS FESTIVAL | 14-15.07.22
@ Park & Read | 14.07.22 - 21:30 | FREE ENTRY
@ Punta Foce | 15.07.22 - 21:15 | FREE ENTRY


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STATI UNITI | ORLANDO (FLORIDA) - I fratelli White - Andy (classe 1989; chitarra, voce) ed Edwin (1987; batteria, voce) - si addentrano - condotti da lisergiche visioni e improvvisazioni spinte oltre ogni limite - in territori sonori privi di linee di demarcazione, talvolta ancora sorprendentemente insondati. 
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Attivi dal 2007 ed estremamente prolifici (sono pressoché una ventina le produzioni studio e live venute alla luce finora), si muovono tra New York - dove Andy vive da qualche tempo - e Orlando, città natale di entrambi e base operativa.
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Ho parlato con Andy domenica, poco prima dello show tenuto a Parigi nell'ambito del Garage Mu Festival.

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Andy, siete quasi alla fine del tour europeo... Stanchi?
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Devo dire che la stanchezza si è fatta sentire di più in altre occasioni...
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Vi seguo da anni, ma credo di non essere mai riuscito a pronunciare correttamente il nome del gruppo... 
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Tone-Starts-Band... (ride)
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Raccontamene lo sviluppo...
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Ed me lo propose un paio di anni prima di dare origine al duo - per cui attorno al 2005 -, sagomandolo da un collage di lettere e parole. Alla fine, piaceva a entrambi e optammo per questa scelta in quegli istanti, anche se, di fatto, il gruppo ancora non esisteva...
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Spiegami cosa accadeva prima che la Tonstartssbandht prendesse forma...
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Suonavamo in diversi gruppi di Orlando, spesso separatamente... Ti parlo di formazioni - di matrice sperimentale, legate prettamente all'improvvisazione e al noise - con line-up di cinque-sette-dieci elementi. In questi termini, in Florida, all'epoca, la scena era piuttosto ampia... E noi ne eravamo completamente attratti... Spesso, i pezzi non si scrivevano, visto che si trattava perlopiù di improvvisazioni e di jam molto lunghe... Ma nel contempo, io e mio fratello cominciammo a comporre le nostre cose, con strutture più definite e delineate.... 
-
Un'esigenza, immagino, quest'ultima...
-

D'altra parte, le nostre influenze si radicavano anche nel pop... Pensa che nel momento in cui incominciammo a comporre, parallelamente progettammo la realizzazione di due cover album, ossia "Smiley Smile" (Capitol Records, 1967) e "Wild Honey" (Capitol Records, 1967) dei Beach Boys.
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Poi, cosa accadde?
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Il focus si spostò definitivamente sulle nostre composizioni...
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Ma le registrazioni dei due cover album furono comunque realizzate?
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Avevamo iniziato con le incisioni di una dozzina di canzoni, ma ne finimmo soltanto due, che custodisco tuttora nel nostro archivio...
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Quali i titoli dei due pezzi finiti?
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"Vegetables" e "Country Air".
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Pensi che un giorno potreste pubblicarli?
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Potrebbe essere un'ottima idea, ma ora come ora non te lo so dire... Vedremo... (ride)
-
Oltre ai Beach Boys - deduco -, chi potresti identificare nelle vostre maggiori influenze musicali, all'inizio?
-
Gli Animal Collective, in particolare con l'album "Sung Tongs" (FatCat Records, 2004). Così come gli Skaters, ossia il duo condiviso da James Ferraro e Spencer Clark.

Chi vi ha indirizzato ai gruppi che hai citato?
-
Credo di avere letto qualcosa sui primi blog, o forse su Wire...
-
E per quanto riguarda i Beach Boys, invece?
-
Beh, i nostri genitori... E, in questo caso, aggiungerei anche Beatles e Led Zeppelin... Poi, nel corso dell'adolescenza ci imbattemmo nel krautrock con i Can e i Popol Vuh...
-
La copertina del vostro primo album - "An When" (Does Are, 2009), se non sbaglio, ritrae vostro padre... Che vuoi dirmi al riguardo?
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Fu un'idea di Ed. Avevamo lavorato al disco separatamente: io in quel periodo vivevo a Montreal e lui a New York. Un giorno, mi inviò una cartella via mail, che oltre alle tracce raccoglieva l'artwork... «C'è papà in copertina!», gli dissi. «Sì!», rispose Ed. E io: «Fantastico!». Tutto qui. Quando incontrerai Ed a Lugano, potresti rifargli la domanda... (ride)
-
Ho l'impressione che il vostro approccio alla composizione, così come all'improvvisazione, sia cambiato in quindici anni di attività... Mi sbaglio?
-
È cambiato, certo... Ricorderai che all'inizio facevamo largo uso di loop e di campionamenti, come, ad esempio, in "Black Country", la seconda traccia di "An When". Da circa un decennio, la struttura viene invece delineata per chitarra, voce e batteria. Anche perché quando sono alle prese con un arrangiamento, l'intento primario è di poterlo riproporre nello stesso modo, nella sua integrità, anche in dimensione live.
-
Suoni una Danelectro dodici corde, vero?
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Sì, è la chitarra che utilizzo più spesso... È meravigliosa...
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Ora raccontami di "Petunia" (Mexican Summer, 2021), il vostro ultimo album: quando e come ha iniziato a prendere forma?
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Un paio di pezzi, devo dire, risalgono almeno a quattro/cinque anni fa. Composizioni, queste, in ogni caso, che avevamo già integrato all'interno delle setlist. Dopodiché, il resto si è sviluppato nel corso del tempo, fino alla primavera 2020, periodo in cui abbiamo iniziato con le registrazioni tra le mura di casa, a Orlando...
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Non vi affidate mai a studi di registrazione, vero? E per le recording session di "Petunia" presumo non c'entri l'emergenza pandemica...
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No, come puoi immaginare, si tratta di una nostra vera e propria scelta stilistica. Ed è anche la meno cara... (ride)
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Perché questo titolo, "Petunia"? 
-
In copertina figura un dipinto realizzato da nostra madre attorno al 1970. Ritrae una mula, il cui nome era Petunia.
-
Qual è il nesso con i brani?
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Si tratta di una conseguenza, ovvero di avere scelto prima l'artwork del titolo. Amiamo quel quadro: sai, io e mio fratello eravamo tornati a Orlando per la prima volta dopo circa un decennio ed erano cambiate molte cose: in quel lasso di tempo morirono persone a noi care, familiari e amici... Era diverso tornare a casa.
-
L'album è stato pubblicato tramite Mexican Summer: per quale motivo non con la vostra label, Does Are, che copre buona parte delle vostre produzioni?
-
Abbiamo firmato il contratto con Mexican Summer nel 2017, ossia dalla realizzazione di "Sorcer". Ma andiamo molto fieri del fatto che - e qui ti parlo da un punto di vista prettamente legale - manteniamo tuttora l'opportunità di potere dare alle stampe materiale - comunque a bassa tiratura per quanto riguarda il supporto fisico - tramite Does Are: come è accaduto, ad esempio, con il live "Hong Kong" (2020), uscito in digitale e su nastro.
-
Ho notato che Does Are - oltre a pubblicare anche alcuni vostri side project (Eola, Nasa, Superbud...) - fino a qualche tempo fa ha preso a carico anche produzioni slegate da te o da Ed, come Zonotope e Cool World... Potreste considerare tuttora altri progetti, in questi termini?
-
Preferiremmo focalizzarci esclusivamente sulla nostra musica... Non vorrei che qualcuno contasse troppo su di noi, quando non saremmo in grado di garantirgli questo o quello...
-
State già lavorando a nuovo materiale?
-
Sempre...
-
Che tipo di produzione sarà?
-
Come sai, normalmente pubblichiamo degli album, non singoli o ep. Per la realizzazione, in ogni caso, c'è ancora tempo... Non prima del 2023... Non so ancora se sarà una produzione live o studio, anche perché lavoriamo costantemente, in parallelo, su entrambi i fronti...
-
Intendi dire che registrate ogni singola live performance?
-
Diciamo che l'intento è quello... Anche se a livello tecnico non è sempre possibile...

Posso dedurre, quindi, che i due live in programma al Buskers finiranno nel vostro archivio...
-
Te lo dirò poco prima degli show...
-
Cosa vuoi anticipare a chi sarà a Lugano?
-
La setlist raccoglierà tracce di "Petunia", così come di "An When", ma anche alcune cose estratte dalle altre produzioni. Prima, comunque, andremo al lago. E se qualcuno vorrà aggregarsi, sarà il benvenuto!
-
Nemmeno una cover, per cui?
-
No, ma in questi termini ti confesso che, oltre ai brani dei Beach Boys di cui parlavamo poco fa, nei primi giorni della pandemia, rinchiuso tra le mura di casa, un mattino, un po' per passare il tempo e divertirmi, ne ho registrate diverse...
-
Vuoi darmi qualche titolo?
-
"You Can't Miss What You Can't Measure" (Funkadelic, "Cosmic Sloop", Westbound Records, 1973), "I Talk To The Wind" (King Crimson, "In The Court Of The Crimson King", 1969), "Love Is Peace" (Amon Düül, "Paradieswärts Düül", 1971), "87637-5309/Jenny" (Tommy Tutone, "Tommy Tutone-2", 1981).
-
L'ultima domanda, Andy: dopo sette anni (2014-2021) di militanza nella band di Mac Demarco, come Joe McMurray (batteria) e Jon Lent (basso, tastiere, percussioni), hai abbandonato il progetto. Cosa è accaduto?
-
Dovresti chiederlo a Mac, che ha preso questa decisione già all'inizio del 2020... I motivi sono svariati, comunque...


INFO 
TONSTARTSSBANDHT (OFFICIAL FACEBOOK PAGE)
BUSKERS FESTIVAL
LONGLAKE



 


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