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APPROFONDIMENTI | Melodic metal | 07.09.22    TOP   INTERVISTA  DREAMSHADE ¦ 
L'atteso ritorno (a casa)

Li (ri)vedremo al Foce di Lugano il 22 ottobre: Kevin Calì anticipa alcuni dettagli

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Nella foto i Dreamshade: da sinistra Fernando Di Cicco (chitarra), Luca Magri (chitarra), Kevin Calì (voce), Gian Andrea Costa (basso, tastiere, programming), Francesco Ferrini (batteria). © DREAMSHADE


⇒ @ FOCE • LUGANO | 22.10.22 - 20:00
DREAMSHADE + SOULLINE + REDRAW
PREVENDITA ⇒ BIGLIETTERIA.CH


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SVIZZERA | LUGANO (TICINO) - Un'epopea incredibile, quella dei luganesi Dreamshade. Che in sedici anni di attività - con quattro album di altissimo livello ("What Silence Hides", Spinefarm Records, 2011; "The Gift Of Life", Spinefarm Records, 2013; "Vibrant", Artery Recordings, 2016; "A Pale Blue Dot", Horang Music, 2021), sagomati alla perfezione in territori melodic metal oriented - hanno conquistato l'intero pianeta. 
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Ne ho parlato con Kevin (voce), che attualmente condivide la line-up con Fernando "Fella" Di Cicco (chitarra), Luca Magri (chitarra), Gian Andrea Costa (basso, tastiere, programming) e Francesco "Fry" Ferrini (batteria).
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Cosa si nasconde dietro un successo globale come il vostro? 
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Impegno, dedizione e costanza. Nel corso del tempo si cambia, come persone, ma anche come musicisti: e non è evidente mantenere, sempre e comunque, una certa compattezza. 
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Vuoi fare un bilancio di questi sedici anni di attività? 
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I momenti migliori li collocherei sicuramente sul palco, con lo scambio di energia - indescrivibile, direi - che regolarmente scaturisce tra noi e il pubblico. Quando si parte in tour, in un certo senso, si chiude anche il cerchio: coloro che assistono allo show, del resto, in quegli istanti hanno modo di vedere con i propri occhi ciò che si cela dietro un disco o dietro una singola registrazione. Di conseguenza, torniamo ancora una volta a quell'impegno, a quella dedizione e a quella costanza di cui parlavamo poco fa. 
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Immagino che con ogni tour abbiate collezionato innumerevoli soddisfazioni. Qual è, comunque,  quello che ricordi con maggiore affetto? 
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Il primo in Sud Africa ci capovolse la situazione, poiché, se non sbaglio, fummo i primi a portare sul palco, a quelle latitudini, la musica "Made in Ticino". E anche l'accoglienza da parte del pubblico fu del tutto inaspettata. 
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Un passo importantissimo, posso presumere, fu anche il primo tour in Asia. 
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Certo. Anche in quel caso, il feedback fu da capogiro. 
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Parlami ora, se vuoi, dei momenti peggiori. 
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Ne abbiamo avuti tanti. Una band è come una famiglia, che nel corso del tempo si ritrova anche a fare i conti con problemi e disaccordi: la solidità di un gruppo di persone - fuoriesce proprio in quegli istanti, in quei periodi - quando è in grado di affrontarli e di risolverli. 

Nel corso del tempo, la line-up si è sottoposta a svariati restyling. Che vuoi dirmi al riguardo? 
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Una band nasce sulla base di un progetto, di un'idea: ma negli anni, come dicevo poco fa, le persone cambiano. E a un certo punto, talvolta, si decide di prendere strade differenti. 
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Hai mai pensato di mollare la presa? 
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No. Ho sempre cercato di guardare avanti, malgrado in alcuni momenti abbia sperimentato una temporanea perdita di entusiasmo: nei periodi in cui la tensione all'interno della band era alle stelle, devo ammettere, non fu facile proseguire. Poi, ogni nuovo arrivo - che è sinonimo di nuove idee e di nuovi stimoli - ti esorta a continuare. Con ostinazione e con il medesimo impegno di prima. 
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Raccontami "A Pale Blue Dot", il vostro ultimo album, elaborato e confezionato in piena emergenza pandemica. 
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Paradossalmente, la pandemia ci ha dato una mano a focalizzarci maggiormente sull'intero progetto, dandoci una spinta produttiva pazzesca. Inoltre, l'arrivo di Fry alla batteria ha aggiunto ulteriore entusiasmo. 
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Un processo di lavorazione a distanza, questa volta.
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Era inevitabile. E già a partire dalla stesura dei pezzi, anche se le primissime idee erano già state abbozzate poco prima delle chiusure. 
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Dimmi delle registrazioni. 
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La batteria è stata incisa in studio. Mentre voce, chitarre, tastiere e basso, individualmente, da ognuno di noi, tra le mura di casa. 
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Il titolo dell'album riprende il nome della celebre immagine della Terra scattata (da una distanza di sei miliardi di chilometri) nel 1990 dalla sonda Voyager 1: "Pale Blue Dot" ("tenue puntino azzurro"). Una foto, questa, realizzata da un'idea dell'astronomo e divulgatore scientifico Carl Sagan, autore, tra gli altri, dell'omonimo libro ("Pale Blue Dot: A Vision Of The Human Future In Space", Random House, 1994). 
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In sintesi, il nostro intento era quello di fare capire che per quanto possiamo - o pensiamo - di essere grandi, a livello universale siamo insignificanti. Il disco, pezzo dopo pezzo, racconta l'attualità. L'attualità del pianeta Terra. È opportuno, talvolta, guardarsi e osservarsi dall'esterno.  
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L'album conta due featuring: nel primo, in "Stone Cold Digital" (il quarto singolo estratto dal disco), figura Rose Villain, che normalmente, se non sbaglio, si muove in territori hip hop. 
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Io e Fella notammo la sua voce in "Don Medellín" di Salmo. E il caso vuole che Fry e Rose abbiano frequentato, anni fa, la stessa scuola di musica negli Stati Uniti. Inoltre, militavano entrambi nella stessa band, punk oriented, se non ricordo male. Per finalizzare la collaborazione è bastata una telefonata. 
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Nel secondo featuring, in "Nothing But The Truth" (il quinto singolo), troviamo John Henry. 
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Come ricorderai, Fella ha suonato tanto dal vivo con i Darkest Hour, una band che, tra l'altro, ascoltiamo da anni. Non appena avevamo portato a termine il pezzo, che ci sembrava più che perfetto per la sua voce, lo abbiamo contattato, proponendoglielo.
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E per la registrazione della canzone, come è andata? 
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I Darkest Hour erano in tour in Europa - con Fella alla chitarra - e, in occasione di una data ad Aarau, John ha inciso la sua linea vocale nel backstage del concerto. È curioso, è vero, ma è andata così. 
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Cosa vuoi anticipare a coloro che assisteranno al vostro ritorno - dopo sei anni - al Foce? 
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Si tratta, innanzitutto, del nostro primo live a Lugano con questa line-up. Inoltre, posso anticipare che sarà uno show speciale ed esplosivo, assolutamente da non perdere. E sul palco, peraltro, ci raggiungerà anche qualche vecchio amico... (ride) 


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