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APPROFONDIMENTI | Garage rock | 15.09.22    TOP   INTERVISTA  SICK ROSE ¦ 
Il ritorno alle origini

Luca Re racconta il futuro dei Sick Rose. Il 16 il combo si esibirà al Joshua di Como

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Nella foto i Sick Rose. In primo piano Luca Re, 59 anni. 
© ANDREA AMADASI


⇒ @ JOSHUA BLUES CLUB • COMO
16.09.22 | 22:00
SICK ROSE TUESDAY GONE


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ITALIA | TORINO (TO) - Avremo modo di vederli sul palco a una manciata di chilometri dai confini italo-elvetici coloro che, allo scoccare degli '80s, importarono le sonorità neo-garage in Italia e in Europa: «Eravamo degli outsider, quella musica interessava a una ristrettissima minoranza», mi spiegava Luca nel 2018, in occasione della realizzazione dell'ultimo album - il settimo in studio - "Someplace Better" (Area Pirata), prodotto da Ken Stringfellow. 
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Eppure, l'impatto fu pazzesco: la band, in particolare dopo la pubblicazione del primo disco, "Faces" (Electric Eye Records, 1986), si ritagliò una nutritissima schiera di adepti. In Europa, a guidare il movimento, il garage rock revival, erano i Sick Rose. Negli Stati Uniti, i Chesterfield Kings di Greg Prevost e i Fuzztones di Rudi Protrudi. In Australia, gli Stems di Dom Mariani.
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Malgrado un temporaneo scioglimento (1993-1999), side projects e diversi restyling di formazione, a trentanove anni dalla costituzione del gruppo e a trentasei dall'album di esordio, ritroviamo Luca Re (voce) e Diego Mese (chitarra) tuttora on the road, pronti ad innescare - come all'epoca - autentiche ed ammalianti deflagrazioni sonore. Attualmente condividono la line-up con Stefano Vacchetta (Farfisa; già nell'album "No Need For Speed" - Area Pirata, 2012), Luca Mangani (basso; già nell'ep "Alive And Well" - Zero Hour Records, 1991 -, così come nell'album "Renaissance" - Synergy Records, 1992 -) e Alberto Fratucelli (batteria; tornato nella band da circa un decennio).
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Luca, siamo tutti in attesa del nuovo disco.
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Con "Someplace Better" - di cui andiamo molto fieri - abbiamo realizzato qualcosa di diverso, ma non a tutti è piaciuta la virata pop/power pop oriented. Di conseguenza, sulla base di svariate riflessioni, rimodellando nel contempo la line-up, si è deciso di riprendere le sonorità garage degli esordi: il nuovo disco, in ogni caso, non vedrà la luce prima dell'autunno 2023.
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Potresti entrare nei dettagli?
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L'idea è quella di realizzare un album-tributo al garage rock degli '80s, tornando presumibilmente anche a collaborare con Rinaldo Doro (Farfisa) per le sessioni di registrazione. Raccoglierà pezzi nuovi, ma faremo anche delle cover rimescolando un po' le carte.
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In quali termini?
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Inviteremo alcuni amici. Amici che canteranno pezzi altrui.
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Qualche esempio?
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Dom Mariani (Stems, Some Loves, DM3, Datura4...), con ogni probabilità, andrà sui Lyres. Rich Coffee (Fourgiven, Unclaimed...) tornerà sugli Yard Trauma. Queste, diciamo, sono le basi su cui costruiremo il disco: ora si tratta di capire chi andremo ancora a coinvolgere, oltre a stabilire quante nuove nostre canzoni inseriremo nella tracklist.
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Nel 2017 - con Fay Hallam (tastiere, voce; ex Prime Movers), Andy Lewis (basso; Paul Weller, Spearmint, dj - nei '90s - al Blow Up/Londra, support dj - nel 1994 - del "Parklife Tour"/Blur), Roberto Bovolenta (chitarra; ex Sick Rose) e Alberto Fratucelli (batteria) - hai costituito Il Senato, dando alla luce un singolo, "Un giorno senza amore"/"Cielo rosa" (Area Pirata, 2017), e il primo album, "Zibaldone" (Rubber Soul Records, 2020). Credi che in qualche modo questo side-project abbia penalizzato/ritardato il lavoro con i Sick Rose?
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Può darsi... Si tratta di un progetto che mi ha impegnato molto, ma mi ha anche dato parecchie soddisfazioni... Tant'è vero che stiamo pianificando l'uscita del secondo album. Che è quasi pronto, tra l'altro. Diciamo che in questi ultimi anni è stata l'attività più coinvolgente, fino al punto in cui avevo riflettuto addirittura su un ipotetico scioglimento dei Sick Rose.
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Devo ammettere che questa tua ultima affermazione mi sconvolge.
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Non scioglierei mai più i Sick Rose... Era una riflessione sopraggiunta in un periodo un po' frenetico... Tutto qui.
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Dimmi del secondo disco de Il Senato.
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Tra un paio di mesi entreremo in studio di registrazione, con l'obiettivo di consegnare i master entro fine anno. Visto che pubblicheremo in vinile - ancora con la Rubber Soul Records -, i tempi di stampa, oggi come oggi, sono molto lunghi: per cui, per la realizzazione, credo non si possano azzardare date precedenti alla prossima primavera.
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Quanti i pezzi?
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Una dozzina. A differenza del precedente, raccoglierà meno cover e più pezzi nuovi, nella misura, rispettivamente, del 20-80%.
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Quali le cover?
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"Lickin' Stick", un pezzo del 1968 di George Torrence and The Naturals, e "My Room Is On Fire" (2019) dei Royal Kebab.
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Torniamo ai Sick Rose: raccontami di “Hang On, The Lost Tapes”, pubblicato tramite Rubber Soul Records nel 2021: raccoglie nastri del 1993 rimasti inediti fino all'anno scorso, vero? Una line-up con cui non era stato pubblicato nulla, giusto?
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Parliamo dell'ultima formazione precedente allo scioglimento che, oltre a me, contava Fabrizio (chitarra) e Alberto (batteria) Fratucelli, così come Riccardo Rosa (basso). Una line-up con cui, in ogni caso, in realtà, era stato dato alla luce del materiale. Ovvero due delle sei cover inserite nel disco, all'epoca erano state pubblicate in due compilation: "New York, New York" dei Dictators, in "Electric Carnival" (Kinetic Vibes Records, 1992), e "Goodbye Darling" dei Suicide, in "Your Invitation To Suicide - A Tribute To The Songs Of Martin Rev & Alan Vega" (Munster Records, 1994). Gli altri otto pezzi - quattro nostri e quattro cover ("I Feel Fine" dei Beatles, "All Or Nothing" degli Small Faces, "Maybe I'm A Leo" dei Deep Purple, "Heart Full Of Soul" degli Yardbirds) si credeva - fino a due anni fa, quando Fabrizio li ha ritrovati - che fossero andati perduti. Era una line-up nitidamente influenzata dal grunge, in particolare dai Mudhoney e dagli Alice In Chains.
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Prima di concludere: cosa vuoi anticipare a coloro che assisteranno al live in programma al Joshua Blues Club?
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Vista la nostra scelta di tornare al garage degli esordi, la setlist raccoglierà pezzi delle nostre prime produzioni. Per cui, estratti di "Faces", di "Double Shot" (Electric Eye Records, 1988) e di "Shaking Street" (Electric Eye Records, 1989).
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Non ho visto altre date in programma.
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Il 5 novembre suoneremo a Milano, al C.I.Q.


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