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APPROFONDIMENTI | Garage rock | 14.07.22   BEE BEE SEA ¦ 
Tsunami & roll

Al telefono con Wilson Wilson, in attesa di (ri)vedere il combo al Buskers di Lugano

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Nella foto i Bee Bee Sea: da sinistra Giacomo Parisio (alias Pagi), Damiano Negrisoli (Wilson Wilson), Andrea Onofrio (Onnaboa). © ELEONORA COLLINI PHOTOGRAPHY


⇒ BUSKERS FESTIVAL | 15-16.07.22
@ Studio Foce | After Party 15.07.22 - (16.07.22) 01:00
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@ Jungle Degu  | 16.07.22 - 23:15 | FREE ENTRY


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ITALIA | CASTEL GOFFREDO (MANTOVA) - Contemporanei fautori della galassia garage punk, Damiano Negrisoli (alias Wilson Wilson; voce, chitarra), Giacomo Parisio (alias Pagi; basso) e Andrea Onofrio (alias Onnaboa; batteria) ritornano al Buskers, pronti a scuotere la città, l'animo dei benpensanti e, soprattutto, con l'intento di risvegliarci da timori e sonni pandemici. 
-
Intanto, un singolo - "Be Bop Palooza" (Wild Honey Records, 2019), un ep - "3 Songs & Jacques Dutronc" (autoproduzione, 2016) e tre album - "Bee Bee Sea" (Glory, 2015), "Sonic Boomerang" (Wild Honey Records, 2017), "Day Ripper" (Wild Honey Records, 2020) - proseguono prepotentemente a farsi largo all'interno delle piattaforme, andando a colpire anche l'Iguana, che nel suo programma Iggy Confidential, in onda su BBC Radio 6 Music, allo scoccare del 2021, ha trasmesso "Daily Jobs" (traccia di apertura di "Day Ripper").
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Damiano, andiamo alle origini del gruppo...
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Eravamo poco più che maggiorenni ed era la prima esperienza per ognuno di noi. Come tutti, ci prodigavamo con delle cover, coprendo soltanto un'epoca, quella dei '60s. E non volevamo sforare. Anche se poi, questo intento iniziale, alla fine, non lo abbiamo del tutto rispettato...
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Qualche titolo delle prime setlist?
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"My Generation" (Who, "My Generation", Brunswick, 1965), "I Saw Her Standing There" (Beatles, "Please Please Me", Parlophone, 1963), "You Really Got Me" (Kinks, "Kinks", Reprise Records, 1964), "Sha La La La Lee" (Small Faces, "Small Faces", Decca, 1966). 
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Quando avete iniziato a comporre?
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Già nel corso del primo anno di attività... Un pezzo, "Mary", ad esempio, è sopravissuto fino al primo disco.
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Continuate tuttora a riproporlo dal vivo?
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No, non più. E mi dispiace: la prima canzone che scrivi è un po' come il primo amore...
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Mi sfugge qualcosa?
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(ride) Era una cotta adolescenziale...
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Le vostre influenze provengono inevitabilmente dai '60s, da gruppi come Who, Beatles, Kinks... Posso immaginare che il merito vada ai vostri genitori...
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In realtà no, è stata una ricerca personale: seguo gli Oasis da sempre e, a poco a poco, ho scavato sempre più a fondo, trasmettendo la passione anche a Giacomo e ad Andrea.
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Che aria tirava a Mantova nel periodo in cui avete iniziato, sperimentando e proponendo una formula garage oriented?
-
In zona, all'epoca, nessuno si affacciava minimamente al genere... Ma la cosa importante era che - in quegli anni, nel 2010/2011 - il garage punk dall'America - con i Black Lips e gli Oh Sees - viaggiava ad altissime frequenze... Nemmeno eravamo a conoscenza di questo, devo ammettere, e scoprirlo... Che dire? È stato fantastico!
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Ora quali sono i tuoi ascolti?
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Oggi Richard Hell.
-
Quale disco?
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Una raccolta: "Spurts: The Richard Hell Story" (Rhino Records/Sire, 2005).

Ricordo perfettamente la b-side del singolo "Be Bop Palooza" (Wild Honey Records, 2019), ossia la cover "Piangi con me" (Rokes, 1966), brano che nel 1967 fu inciso anche in lingua inglese con il titolo "Let's Live For Today" dagli americani Grass Roots. Perché la scelta di questo pezzo? E perché nella sua versione italiana?
-
Parlerei di una venerazione per il beat tricolore... Inoltre, eravamo alle prese con uno show - nell'ambito di una sorta di festa della musica - e non volevamo portare le solite cose. Per cui, oltre a "Piangi con me", avevamo preparato anche "Je suis content" (1968) di Jacques Dutronc, così come " Demolición" (1965) dei Los Saicos.
-
"Je suis content" figura nel vostro ep del 2016, mentre, se non sbaglio, non avete mai registrato "Demolición"...
-
No... Anche perché i Parrots, di Madrid, hanno iniziato a inserirla nelle loro setlist - grazie a noi, tra l'altro (ride) -, trasformandola, successivamente, nel pezzo forte di ogni performance.
-
In quali termini, grazie a voi?
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Erano in tour da queste parti e non sapevano cosa mettere in scaletta alla fine dello show. Il nostro suggerimento fu "Demolición"...
-
Raccontami la gestazione di "Day Ripper".
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Abbiamo iniziato a lavorare al disco subito dopo la realizzazione del precedente, registrandolo attorno alla metà del 2019. L'intento era di pubblicare a marzo 2020, ma a causa della pandemia l'uscita è slittata a ottobre.
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Dimmi delle registrazioni.
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Abbiamo inciso tutto il materiale uscito finora al T.U.P. Studio di Brescia, affidandoci a Brown Barcella e ad Alessio Lonati.
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Uno studio analogico, vero?
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Sì, ma non esiste più, purtroppo: alcuni lavori all'interno della struttura hanno obbligato Brown e Alessio a prendere strade differenti.
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Siete già alle prese con nuove composizioni?
-
Stiamo registrando due pezzi per un singolo. 
-
Inevitabilmente, in un altro studio... Quale?
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A Milano, da Marco Giudici, che ha allestito tutto quanto tra le mura di casa.
-
La realizzazione quando è prevista?
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Se non poco prima di fine anno, all'inizio del 2023... Anche in vinile (7"). 
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Vuoi anticipare i titoli?
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Sono in fase di concepimento... (ride). D'altra parte, manca ancora un po' di lavoro, tra cui missaggio e mastering.
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Come descriveresti questi pezzi?
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C'è più psichedelia... Si tratta di materiale un po' diverso...
-
Saranno in scaletta a Lugano?
-
Uno sì... 
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Allora almeno un titolo c'è...
-
In realtà per questo ne ho in testa due, ma devo decidere... Davvero... (ride)


INFO 
BEE BEE SEA (OFFICIAL FACEBOOK PAGE)
BUSKERS FESTIVAL
LONGLAKE



 


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