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APPROFONDIMENTI | Folk | 08.08.22    TOP   INTERVISTA  FROST & FOG¦ 
La perfezione dell'armonia

Adrian Graf racconta Frost & Fog, duo che condivide con Karen Frauchiger

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Nella foto il duo Frost & Fog: Adrian Graf (che da qualche tempo è impegnato parallelamente con il progetto solista Sivilian) e Karen Frauchiger. © MURIEL RIEBEN


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SVIZZERA | THUN (BE) - Hanno gettato le basi del progetto da giovanissimi. E fin dalla prima produzione - l'ep "Alone" (Erni Sound, 2014) -, muovendosi in territori folk oriented, raggiungono costantemente ottimi risultati. 
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Adrian Graf (chitarra, voce) e Karen Frauchiger (voce) - bernesi, entrambi classe 1992 -, al di sopra di tessiture spesso elaborate su finger picking e strutture melodiche prese in prestito dalla tradizione americana, servendosi di ammalianti armonie vocali, mettono a punto piccole gemme sonore. Come è accaduto, del resto, anche con "The Tide" (ep, autoproduzione, 2015) e il più recente "Coven" (ep, autoproduzione, 29 aprile 2022) -.
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Ho parlato con Adrian mercoledì mattina.
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Raccontami i primi passi del duo. 
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Io e Karen ci siamo conosciuti a scuola, da adolescenti. Per due anni siamo stati in classe insieme. In quel periodo, durante le lezioni di musica, mi innamorai della sua voce. Poi, ognuno, per qualche tempo, prese la propria strada, maturando esperienze in altri gruppi fino al 2013, anno in cui decidemmo di unire le forze e dare alla luce il nostro progetto.
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Gruppi legati a quale genere? 
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Karen militava all'interno di uno di matrice indie pop, ai cori. Io, in un altro, alt-rock, alla chitarra: il focus era prevalentemente orientato sul repertorio dei Muse. 
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Avete registrato e pubblicato del materiale con queste band? 
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No, mai nulla.
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All'inizio, come capita spesso, posso presumere che tu e Karen, in duo, abbiate incominciato a sperimentare voci e sonorità con delle cover.
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Con una, in particolare: "Dancing On My Own" (dall'album "Body Talk", Konichiwa Records, 2010) di Robyn. Che, tra l'altro, figura tuttora nelle nostre setlist.
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Mi parli di un pezzo prettamente pop oriented.
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La nostra versione è diversa, più malinconica.
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Ora raccontami del primo ep, "Alone", che raccoglie quattro tracce.
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Non avevamo alcuna esperienza. Ciò di cui eravamo in possesso erano soltanto le nostre canzoni. Di conseguenza, ci siamo messi nelle mani di Lukas Erni, che conoscevo già da qualche tempo. Prima di procedere con le registrazioni - realizzate in presa diretta tra le mura del suo soggiorno -, io e lui, insieme, abbiamo finalizzato i brani, anche a livello compositivo.
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La seconda traccia dell'ep è "Ghost Town" ("Città fantasma", ndr): fai riferimento a Thun? Vuoi entrare nei dettagli?
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Può essere Thun, ma anche qualsiasi altra località. "Ghost Town" è una canzone sul mio coming out, che feci a diciotto anni. Sai, giravo per le strade mano nella mano con il mio ragazzo e, per me, era come se attorno a noi non ci fosse nessuno: gli sguardi, pur ostinati, non mi disturbavano. 
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Ora, per fortuna, ho l'impressione che la situazione, in questi termini, sia cambiata. 
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Certamente. Inoltre, quando sei molto giovane, attorno ai quattordici-quindici anni per intenderci, le parole fanno molto male. In età adulta, meno.
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Hai avuto problemi a scuola, da ragazzino?
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Non posso parlare di veri e propri episodi di bullismo, ma non vivevo con serenità. Sentivo e percepivo una certa pressione.
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La fine del 2015 segna la realizzazione del vostro secondo lavoro, "The Tide": sei tracce, contando l'intro. Cosa vuoi dirmi al riguardo?
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Il nostro approccio, anche al cospetto delle registrazioni, era già più professionale: alle canzoni, per dire, già qualche tempo prima di entrare in sala di incisione, mancava soltanto qualche rifinitura. Abbiamo lavorato con il produttore Dave Demuth, nel suo home studio a Steinmaur (ZH), con un'unica eccezione: gli archi e il pianoforte sono stati incisi in Germania, a Mannheim, al Kangaroo, con gli arrangiamenti di Florian Sitzmann.
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Veniamo a "Emily" (2018), un singolo che non figura in nessun'altra produzione, a differenza del successivo,  "Let Them Go" (2019), che, in versione acustica, completa il vostro terzo e ultimo ep, "Coven", pubblicato lo scorso mese di aprile.
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Poco dopo la realizzazione di "The Tide", decidemmo di coinvolgere altri musicisti, anche a livello compositivo: David Friedli (chitarra), Martin Oesch (basso) e Joel Studler (batteria). E per la prima volta, anche Karen, per questi due singoli - prodotti da Nicolas Müller - prese parte alla stesura degli stessi.
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Perché la scelta di dare alla luce queste registrazioni esclusivamente come singoli?
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Inizialmente, l'obiettivo era di pubblicarle in quello che sarebbe stato il nostro terzo lavoro. Poi, i tempi si sono allungati e, in quel periodo, non eravamo in possesso di un budget adeguato da poter investire in produzioni che non fossero prettamente singoli.
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Chi è Emily?
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L'ispirazione prese forma da "Emily & The Wolf" (Northern Starlight Young Adult Press, 2016) di Gabby Stone.
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Vuoi analizzare il testo di "Let Them Go"?
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È legato all'Ubersitz di Meiringen (BE), località di origine di mia madre.  Molto in sintesi, il 30 dicembre, con celebrazioni specifiche in cui viene coinvolta la popolazione, l'intento è quello di lasciarsi alle spalle i problemi intercorsi nell'anno che sta per concludersi.
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Entriamo ora nel dettaglio di "Coven".
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Volevamo comporre insieme il più possibile. Ed è quanto è accaduto: Karen ha elaborato buona parte delle armonie, dandomi nel contempo numerosi spunti sui testi. Per le registrazioni - a cui hanno preso parte Cégiu Voser (violoncello) e tuttora David Friedli (chitarra), ci siamo affidati alla produttrice Anna Murphy che, tra le mura del Soundfarm di Obernau (LU), ha rifinito con noi ogni traccia.
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Con quali ascolti siete cresciuti?
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Per quanto mi riguarda, con i Creedence Clearwater Revival e i Cream: diciamo che erano i gruppi di riferimento dei miei. Poi, nel corso del tempo, ho incominciato a scoprire la scena indie. Karen, in questi termini, ascoltava e ascolta tuttora soul e hip hop.
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E stamattina, appena sveglio, quale disco hai ascoltato?
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"Surrender" (Capitol, 29 luglio 2022), il secondo album di Meggie Rogers.
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Nel 2019 vi siete esibiti alla Rotonda di Locarno, quando un'altra data da queste parti?
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Spero presto... Stiamo programmando il tour autunnale...


INFO 
FROST & FOG (OFFICIAL WEBSITE)




 


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