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APPROFONDIMENTI | Electronic | 22.07.22    TOP   INTERVISTA  HILKE¦ 
Electroandroginia

Al telefono con Hilke (Ros). Sabato 23 sarà a Lugano, sul palco del Roam Festival

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Nella foto Hilke Ros. © NINA-MARIA GLAHÉ


⇒ ROAM FESTIVAL | 23.07.22 - 21:30
@ Boschetto - Parco Ciani, Lugano
PREVENDITA ⇒ BIGLIETTERIA.CH


{Play}
SVIZZERA | BADEN (AG) - Hilke Ros - ex bassista di Amatorski (gruppo belga di matrice dream pop in pausa dal 2017) - si ripresenta sulle scene con il proprio nome, dopo avere sperimentato ed elaborato suoni, dando alla luce un album - "Maquettes" (1M Records, 2017) - con lo pseudonimo Hroski. 
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Lo scorso 8 ottobre ha pubblicato la sua prima produzione, realizzata ricorrendo alla sua vera (e ritrovata) identità: "Silent Violent" (Red Brick Chapel), un ep di sette tracce. Tracce electro oriented di ottima fattura, sagomate, in primis, da una ricerca introspettiva e, successivamente, guidate da una vocalità androgina, posta al di sopra di sonorità distopiche e corrosive.
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Ho raggiunto Hilke al telefono nel primo pomeriggio di mercoledì.
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Hilke, da qualche tempo vivi in Svizzera... 
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Sì, a Baden. Dal 2016.
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Passi spesso in Ticino? 
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Talvolta a Locarno e dintorni, a trovare una mia carissima amica, la songwriter Nadine Carina. 
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Per quale motivo hai lasciato Gand? 
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Mi colpì la scena musicale elvetica: accadde nel periodo in cui presi parte, con il progetto Amatorski, a un festival organizzato qui a Baden: il One Of A Million.
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Quando, esattamente, tu e il gruppo avete preso strade differenti?
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Dopo sei anni, nel 2014.
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Cosa accadde?
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Mi spostavo molto frequentemente tra Gand e Baden, e il tempo scorreva sempre più in fretta... L'ultimo anno, ad esempio, con la realizzazione dell'album "From Clay To Figures" (Crammed Disc, 2014), mi occupai soltanto del management....
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Siete comunque tuttora in buoni rapporti?
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Sì, certo. Anche se non ci vediamo molto spesso...
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Pare che la band si sia presa una pausa...
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So che Inne (Eysermans, ndr) è molto impegnata in ambito teatrale. 
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Fino a qualche tempo fa, in veste solista, hai utilizzato lo pseudonimo Hroski... Ora sei Hilke... Cosa ti ha portato a optare per questa scelta? 
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L'esigenza di parlare del mio percorso di artista, di cantante e di compositrice attraverso la forma canzone. Un percorso personale, introspettivo: non serve - di conseguenza - uno pseudonimo. Ed è questa la differenza sostanziale con la produzione a nome Hroski, sviluppata sull'elaborazione di beats e campionamenti.
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Quando hai incominciato a lavorare su "Silent Violent"?
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Le prime demo risalgono al 2018, forse inizio 2019. Dopodiché - visto che la mia esperienza di cantante era minima, se non per avere militato tra le fila di un coro, e avevo da poco portato a termine il percorso di transizione di genere -, volevo capire come potermi muovere con la  voce, con la mia vocalità. Inizialmente, ho inviato le demo ad amici e colleghi, con l'intento di affidare loro tutte le linee vocali. Ma successivamente le cose in parte sono cambiate...
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Raccontami, se vuoi, del tuo percorso di transizione.
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Sentivo di doverlo affrontare, iniziandolo, per di più, proprio in quel momento... Non che prima fossi una persona infelice, ma ora ritengo di essere più autentica... Non esistono, in ogni caso, scenari sistematicamente comuni: per tanti è difficile, a causa di più fattori. Per me, invece, devo dire, è andato tutto abbastanza bene.
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Quando hai incominciato?
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Nel 2013.
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Quanto troviamo di questa esperienza all'interno dell'ep?
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Fatta eccezione per alcuni passaggi ripresi da un punto di vista sentimentale, diciamo che, prevalentemente, viene affrontato il tema. Il tema da un'angolazione politica e sociale: con un focus su quella che viene definita "mascolinità tossica", ossia - molto in sintesi - l'assunzione, da parte di un individuo, di un ruolo dominante - nutrito da regole culturali lesive per la società -.
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"Paradoxes" ("Paradossi") - che conta la collaborazione di Frank Powers (Dino Brandão) - è il titolo della prima traccia: vuoi entrare nel dettaglio?
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Narra di una storia finita, della non comunicazione. Per quanto riguarda il coinvolgimento di Dino, è uno degli amici e colleghi a cui avevo inviato le prime demo, così come è accaduto con Gregory Frateur (Dez Mona) per "Greta" e con Daniela Weinmann (Odd Beholder) per "How Are You".
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Un paradosso, in qualche modo, anche la title-track, "Silent Violent" ("Violento silenzioso").
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È legata a quanto ti spiegavo poco fa,  alla mascolinità tossica. L'ho scelta come title-track proprio perché tratta questo tema. I versi fanno riferimento a una persona qualche anno fa a me vicina: impassibile, silenziosa, ma al tempo stesso, paradossalmente, assai violenta.
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Quali le maggiori influenze musicali confluite nell'ep?
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Potrei citare Josin, le cui sonorità, secondo me, ruotano attorno ad alcune cose dei Radiohead o a quanto ha realizzato Thom Yorke da solista.
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Cosa devono attendersi coloro che assisteranno alla tua performance in programma sabato al Roam Festival?
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Sul palco saliremo in due: io (voce, beats) e Rada Leu (synth). La setlist raccoglierà l'intero ep - ma con una versione più lunga di "Paradoxes" -, oltre a un remix realizzato per Long Tall Jefferson ("Everything Is Wrong").


INFO 
HILKE (OFFICIAL FACEBOOK PAGE)
ROAM FESTIVAL
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