ARCHIVIO / RICERCA | MusicalMonitorMusicalMonitor | Webzine di critica e approfondimento musicale

NEWSFLASH | MusicalMonitorAPPROFONDIMENTI | MusicalMonitor


RECENSIONI | MusicalMonitorLIVE REPORTS | MusicalMonitor

TOP | MMTV | AGENDA  TICINO  SVIZZERA  ITALIA

APPROFONDIMENTI | Electronic | 20.07.22    TOP   INTERVISTA  SON LUX¦ 
Multiverso sonoro

Il combo si racconta. E sabato 23 approderà al Roam Festival di Lugano

di Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


Nella foto il progetto Son Lux: da sinistra Ryan Lott, Ian Chang, Rafiq Bhatia. © ANNA POWELL DENTON


⇒ ROAM FESTIVAL | 23.07.22 - 21:30
@ Boschetto - Parco Ciani, Lugano
PREVENDITA ⇒ BIGLIETTERIA.CH


{Play}
STATI UNITI | NEW YORK - Prolifici artefici del suono - electro oriented -, Ryan Lott (voce, tastiere), Rafiq Bhatia (chitarra) e Ian Chang (batteria) scandagliano meticolosamente fondali insondati, si cibano dell'essenza per poi - ora (ri)elaborata ed ammaliante - restituirla, eludendo a piedi pari figure e sagome predefinite. Al di là dell'origine di ogni singolo embrione sonoro, audaci e prudenti, ne ricalibrano il bilanciamento, portandolo alla stabilità nell'equilibrio perfetto. 
-
Ho parlato con Ryan, Rafiq e Ian nel tardo pomeriggio di martedì.
-
Ryan, nel 2014, con sei anni di attività e svariate produzioni alle spalle, quello che era un tuo progetto solista - dopo il coinvolgimento di Rafiq e Ian - ha subìto una metamorfosi. Quale fattore ti ha spinto a optare per questa scelta? 
-
L'obiettivo era quello di costituire un piccolo ensemble con l'intento di potere dare vita alle mie composizioni anche sul palco. Una dimensione che, all'epoca, non avevo ancora avuto modo di sperimentare. Per come "Lanterns" (Joyful Noise Recordings, 2013) è stato concepito e realizzato, ero convinto che non mi sarei mai imbarcato in tour: il primo passo, quindi, fu quello di reclutare musicisti e di riarrangiare in maniera unica le nove composizioni raccolte nel disco, evitando, per cui, di ricreare ciò che era stato registrato in studio. E quest'ultima, devo ammettere, fu una vera e propria sfida con me stesso. Sai, puoi trovare musicisti in grado di clonare esattamente questo o quel brano, ma non era ciò che volevo. Mentre con Rafiq e Ian... Come dire... Si sviluppò immediatamente una chimica perfetta. Per me fu un segnale... E non c'è cosa migliore di lavorare con persone che ami... 
-
Spiegatemi ora dell'approccio compositivo a tre... 
-
Ian: Nel corso degli anni - otto oramai - si è evoluto costantemente. Il primo album su cui abbiamo lavorato insieme è "Bones" (Glassnote, 2015): fu fantastico leggere il mio nome nei crediti, anche tra gli autori e i produttori. E col tempo, il mio lavoro - anche in questi termini - è notevolmente aumentato. Come è accaduto, ad esempio, per l'ultima colonna sonora su cui abbiamo lavorato... 
-
Ti riferisci a "Everything Everywehere All At Once" (A24 Music, 2022) - pellicola (USA, 2022) di Daniel Kwan e Daniel Scheinert con Michelle Yeoh, Jenny Slate e Jamie Lee Curtis - che approderà alle nostre latitudini il prossimo autunno? 
-
Ian: Esatto.
-
So che la gestazione è stata piuttosto lunga, vero?
-
Ryan: Sì... Abbiamo iniziato a scrivere i brani già nel 2019: pensa che il cast, oltretutto, non era ancora stato definito... Di conseguenza, non esisteva alcun fotogramma... Il nostro coinvolgimento nel progetto è avvenuto prestissimo, anche perché avremmo dovuto metterci al lavoro su pressoché due ore di musica.
-
La produzione raccoglie quarantanove tracce, per cui posso presumere che comprenda anche lo score integrale...
-
Ryan: Direi di sì, la differenza con quanto figura nella pellicola è minima.
-
Quarantanove è la selezione di quante, in totale?
-
Ryan: Un centinaio, forse anche di più.
-
Com'è lavorare a una colonna sonora, rispetto a un album?
-
Rafiq: La differenza è sostanziale. Lavorando a un progetto cinematografico, il compositore è al servizio dello stesso: ogni tassello, anche il più piccolo, va sagomato meticolosamente, con l'intento di dispensare il giusto sussulto emozionale allo spettatore. O, perlomeno, quello immaginato dal regista. Nello specifico, per quanto riguarda "Everything Everywhere All At Once", Daniel Kwan e Daniel Scheinert ci hanno interpellato poiché ritenevano che le nostra forza, a livello compositivo individuale, si collocasse agli opposti: erano certi che si sarebbero ritrovati al cospetto di materiale multiforme. Multiforme quanto il film. Ovvero musica proveniente da universi differenti, per cui dal multiverso. Ogni universo è dotato dei propri suoni, delle proprie sonorità. E questo consente allo spettatore di capire in quale dimensione, in quell'istante, si ritrova: le sequenze sono molto rapide e il tappeto sonoro muta assai repentinamente... Come quando cambi canale, guardando la tv... 
-
Presumo, inoltre, soprattutto all'inizio, senza immagini su cui focalizzarsi non sia stato semplice... 
-
Rafiq: Inizialmente, ci siamo basati soltanto sullo script e sulle indicazioni dei registi, ai quali va riconosciuta una forte sensibilità musicale - anche perché, soprattutto allo scoccare della loro carriera, hanno realizzato svariati videoclip -. Calcola, per di più, che talvolta le immagini sono state girate sulla base di ciò che noi avevamo registrato. Non viceversa. E, come sai, è del tutto inusuale. Devo aggiungere, in ogni caso, che ci ha dato una mano anche la trilogia su cui stavamo lavorando, "Tomorrows" (City Slang, 2020/2021). Ritengo abbiano non poche cose in comune...
-
Raccontatemi delle collaborazioni che troviamo all'interno di "Everything Everywhere All At Once"... Tra gli altri, figura anche David Byrne...
-
Ryan: Avevamo stilato una lista di musicisti con cui avremmo voluto collaborare. O meglio, potrei definirla una lista dei sogni... (ride). E David Byrne ne faceva parte... È stato incredibile: era molto interessato all'intero lavoro, come Moses Sumney e Randy Newman, del resto... E questo ci ha reso ancora più fieri di ciò che stavamo sviluppando.
-
Spiegatemi il processo di lavorazione, fine a sé stesso...
-
Ian: Visto che ci trovavamo in piena emergenza pandemica, eravamo tutti in contatto via Zoom o posta elettronica. E David, una persona molto umile - peraltro -, rispondeva alle e-mail nel giro di pochi minuti... 
-
Entriamo nel dettaglio del brano specifico - "This Is A Life" -, che conta Byrne, ma anche Mitski...
-
Ryan: L'embrione della canzone era già impostato come un duetto, ma non avevo scritto la seconda parte, con l'intento offrirla a David in tutto e per tutto. A Mitski, invece, ho affidato i versi che avrei dovuto cantare io: d'altra parte, nel momento in cui li ho concepiti, avevo la sua vocalità in testa...
-
Chi sono i vostri compositori di riferimento in ambito di colonne sonore?
-
Ian: Personalmente, non credo di essermi mai focalizzato su qualcuno in particolare. Ma ci sono cose che ci hanno colpito guardando film e serie tv...
-
Vuoi fare qualche esempio, Ian?
-
Geoff Barrow (Portishead) e Ben Salisbury lavorano spesso in duo: in questo caso potrei citare la colonna sonora di "Ex Machina" (Invada, 2015), un film (GB, 2015) di Alex Garland. Oppure di "Devs" (Invada, 2020), una miniserie (USA, 2020) dello stesso regista. Inoltre, Mica Levi,  con "Zola" (Invada, 2021) - un lungometraggio (USA, 2021) di Janicza Bravo -, credo possa rientrare facilmente nelle maggiori influenze confluite all'interno di "Everything Everywhere All At Once".
-
Prima di concludere: come sarà articolata la performance in programma sabato a Lugano?
-
Ian: Sarà uno show molto dinamico e nutrito da svariate improvvisazioni... Con estratti della trilogia e della colonna sonora di cui abbiamo appena parlato.


INFO 
SON LUX (OFFICIAL FACEBOOK PAGE)
ROAM FESTIVAL
LONGLAKE



  


CATEGORIE CORRELATE

APPROFONDIMENTI
APPROFONDIMENTI / Electronic
ELECTRONIC


TAGS

ALBUM
LUGANO
• STREAMING •
SVIZZERA
TICINO


CONDIVIDI QUESTO ARTICOLO...

PDF
E-MAIL

TOP & MMTV

  • 1

LEGGI | ASCOLTA | GUARDA ANCHE...

  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
  • 6
  • 7
  • 8
  • 9
  • 10
  • 11
  • 12
  • 13
  • 14
  • 15
  • 16
  • 17
  • 18