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APPROFONDIMENTI | Electronic | 03.05.21   RE-COUNT ¦ 
La fusione perfetta

In uscita il 5 maggio "La queue du Lézard", il nuovo album

di Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (Rivista di Lugano 21.05.21)


Nella foto Re-count (Omar E. Bernasconi) nel suo studio a Pura. © Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


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SVIZZERA | PURA (TICINO) - Re-count - pseudonimo dietro al quale si cela Omar Enrico Bernasconi, fulcro della musica elettronica sviluppatasi in Ticino negli ultimi trent'anni - mi accoglie nel suo studio, a Pura. Sintetizzatori, computer e monitor avvolgono il mio campo visivo. La parete sulla mia sinistra ospita la copertina del 33 giri "Die Mensch-Maschine" (Kling Klang, 1978) dei Kraftwerk: documento d'ispirazione (e venerazione) costante. 
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Intanto, Omar entra nei dettagli della sua nuova produzione. Di cui - da qualche mese - ho il privilegio di avere tra le mani i rough mix, ossia le versioni quasi definitive dei brani che confluiranno al suo interno. Undici tracce - tra cui la cover di "Linea guida generale" (Andrea Appino) - elaborate con Fabien Perrochon (ex vocalist dei luganesi/malcantonesi Breakfast With Schopenhauer) e il polistrumentista/compositore Gioacchino Balistreri, con il quale, fino a qualche tempo fa, ha condiviso il progetto Manchine Diaries. Ospite in due composizioni, l'ex Young Gods Al Comet.
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Undici tracce ammalianti, a tratti ipnotiche. New wave, electro, electro-pop, industrial si spingono oltre qualsivoglia margine sonoro (pre)definito, muovendosi al di sopra di versi - messi a punto dentro un equilibrio perfetto - in francese e in italiano.
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Un raro esito della fusione uomo-macchina, "La queue du Lézard".
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Omar, ti ritrovi sulle scene da quasi tre decenni: presumo tu abbia fatto un bilancio.
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Nel corso della mia vita è successo di tutto. Non mi sono stati concessi sconti. Eppure, ho tentato sempre di guardare avanti, eludendo battute d'arresto definitive. La musica è una valvola di sicurezza.
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E nel corso di questi anni hai costantemente collezionato prestigiose collaborazioni. C'è chi predilige la navigazione in solitaria, tu, invece, opti spessissimo per l'opposto. Quanto e perché per te è importante l'apporto di altri musicisti?
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È essenziale. Buona parte dei miei album o dei miei progetti, altrimenti, non avrebbero preso forma. In nessun modo. Ne sono più che convinto.
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All'interno de "La queue du Lézard" torni a collaborare con Gioacchino Balistreri (in sede di composizione e produzione), con il quale nel 2015 hai dato alla luce il progetto Manchine Diaries.
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Il primo incontro con Gioacchino risale al 2013. Lavoravamo soltanto su brani strumentali. Dopodiché, con l'introduzione delle linee vocali, Fabien Perrochon e - inizialmente - Michela Domenici hanno contribuito a dare una nuova forma al nostro sodalizio artistico.
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In questo disco troviamo anche l'apporto - al sitar in due tracce ("62017", "Sybille dans le vent") - dell'ex Young Gods Al Comet: che vuoi dirmi al riguardo?
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Un paio di giorni dopo avergli spedito le parti a Friborgo, ho ritrovato nella casella di posta elettronica i pezzi pressoché finiti. Non avevo parole...
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Questo nuovo disco è comunque prevalentemente condiviso con Fabien Perrochon: figura assai importante della scena new wave/electro sviluppatasi nella Svizzera italiana sul finire degli anni Novanta. Non si tratta della vostra prima collaborazione...
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Nel 2000, con Wayne Emmanuel, tuttora come Re-count, io e Fabien avevamo dato alla luce l'album "Palomino Club". Per anni, poi, non ci siamo più sentiti. Il sodalizio artistico si è rinnovato attorno al 2017-2018, più precisamente nel momento in cui io e Gioacchino eravamo alla ricerca di cantanti che completassero il nostro lavoro. Inizialmente, questo progetto era stato pensato a quattro, per poi suddividersi in due parti: una con Michela - con testi in inglese -, con la quale l'anno scorso ho realizzato l'ep "Two-Thirds" (5 maggio 2020) e l'altra con Fabien - che, come hai potuto appurare, in questo album canta in francese e in italiano -.
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Da dove la scelta di suddividere il progetto?
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La scelta è stata maturata sulla base di un suggerimento di Cesare Pizzi (Young Gods), secondo cui le tre lingue e le due diverse voci avrebbero potuto creare qualcosa di troppo caotico. Inoltre, i vari impegni di ognuno ci hanno spinto a dover prendere decisioni in tempi differenti e poco conciliabili.
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Entriamo nei dettagli del disco, partendo dal titolo: "La queue du Lézard" ("La coda della lucertola"). Che è ineliminabile...
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Esatto. Può accadere qualsiasi cosa, eppure dentro di me la musica si forma e si riforma. Sempre e costantemente.
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Vuoi fare un'analisi dei testi? Partiamo da "Sybille dans le vent".
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Sybille è una donna che Fabien ha notato in ospedale. Passava ore affacciata alla finestra. In attesa di qualcuno, di qualcosa.
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La terza traccia del disco è "Ike Joshihiro".
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Il titolo è stato elaborato una volta portato a termine il brano che, dal mio punto di vista, si nutre di un'ambientazione simile a quella di una sigla di un cartone animato giapponese. Guarda caso Joshihiro è il secondo nome di mio figlio Sydney, di sette anni. Devo dire che ora mi piace pensare a lui come al nostro piccolo supereroe.
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Inizialmente, prima dell'ascolto, immaginavo fosse un omaggio a Joshihiro Ike, uno dei più grandi compositori giapponesi del nostro tempo.
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È incredibile! Ti confesso di non conoscerlo affatto. Sarà in ogni caso uno dei miei prossimi ascolti...
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All'interno di "C'est quoi le début?" troviamo un campionamento di "Tenter le grillage", brano degli Young Gods contenuto in "Everybody Knows" (Two Gentlemen, 2010). Traccia, questa, tra l'altro, di cui avevi già elaborato un remix nel 2011, pubblicandolo come b-side del singolo "6.00 am". Ho l'impressione che si tratti di una composizione a cui sei particolarmente legato...
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Il giro di chitarra, ossia ciò che è stato campionato, mi fa impazzire...
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La settima traccia è una cover, orgogliosamente riletta in chiave electro-pop/industrial: "Linea guida generale" di Andrea Appino (Zen Circus). Perché questa scelta?
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La canzone mi è piaciuta immediatamente. Mi è rimasta in testa fin dal momento in cui ho comprato l'album "Grande raccordo animale" (Picicca Dischi, 2015).
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Si tratta di un brano, in ogni caso, distante dai territori da voi frequentati per tanti anni.
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È stato proprio questo il gioco, se così vogliamo chiamarlo...
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Dimmi di "Ces jours", un pezzo originariamente realizzato per la colonna sonora del documentario "Ecoute-moi - Quarta media" (di cui Gioacchino è anche regista), realizzato nel 2018. Non ho l'impressione che siano state apportate modifiche rispetto all'originale...
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Solo un taglio in coda...
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Che vuoi dirmi delle registrazioni?
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Si sono svolte qui a Pura da me, a Castelrotto da Fabien e a Carabietta da Gioacchino. Per alcuni dettagli legati alla voce ci siamo affidati a Nino Mauro - che, come sai, ha curato anche il mastering - tra le mura dei suoi Digilab Recording Studios a Cureglia.
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Quali dischi hai ascoltato, in particolare, nel corso del processo compositivo?
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L'intera genesi è stata molto lunga. Ho ascoltato tante cose...
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Qualche esempio?
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Da Appino, come ti dicevo, ad IAMX, ossia il progetto solista di Chris Corner (ex Sneaker Pimps).
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Ad anticipare "La queue du Lézard", finora, sono usciti tre singoli: "C'est quoi le début" (1. gennaio 2021), "Sybille dans le vent" (1. marzo 2021) e "Ike Joshihiro" (22 aprile 2021) - ognuno, tra l'altro, dotato di copertine realizzate con sezioni di quadri di Andrea Fraschina (#artbyFrask) -. La realizzazione dell'intero album è prevista il 5 maggio...
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Sì, esattamente un anno dopo "Two-Thirds". Il disco sarà interamente dedicato a Luca Garatti, "Gheretz", ex chitarrista dei Breakfast With Schopenhauer e grande amico, scomparso, purtroppo, lo scorso mese di dicembre.
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Quali i formati?
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Inizialmente, sarà disponibile soltanto in digitale. In seconda battuta, darò alle stampe un numero limitatissimo di cd.
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Pubblicherai altri singoli nel frattempo?
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No, ma posso anticipare che, oltre alle undici tracce previste originariamente, di cui hai avuto modo di ascoltare i rough mix, aggiungeremo anche una cover di "Primary" (Cure). Che, inevitabilmente, come unica eccezione, sarà cantata da Fabien in inglese.
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Difficile, immagino, per il momento, pensare a una presentazione del disco in dimensione live...
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Dovremmo valutare alcuni aspetti... Vedremo...
 


INFO 
RE-COUNT (OFFICIAL FACEBOOK PAGE)


AUDIO STREAMING ADDED ON MAY 5 2021



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