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APPROFONDIMENTI | Electronic | 08.10.09   AIR ¦ 
Seducenti (ef)fusioni sonore

"Love 2" e uno sguardo alle origini del duo parigino. Al telefono con Nicolas Godin

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Nella foto Nicolas Godin (a sinistra, 39 anni) e Jean-Benoît Dunckel (39). 


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FRANCIA | PARIGI - Nicolas Godin narra il concepimento e le registrazioni di "Love 2", il quinto album degli Air, duo che dal 1995 condivide con Jean-Benoît Dunckel. 
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Lo raggiungo al telefono. 
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Nicolas, raccontami "Love 2" (Virgin, 5 ottobre 2009)... 
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La sua genesi, devo dire, per noi, è stata piuttosto sorprendente: abbiamo varcato la soglia dello studio nemmeno con gli embrioni di tre o quattro brani e in possesso soltanto di una manciata di idee. Prima non era mai capitato: gli altri album sono sempre stati costruiti sulla base di composizioni accuratamente studiate a priori. In questo caso, invece, è accaduto esattamente l’opposto: la spontaneità ha giocato un ruolo fondamentale. 
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Il disco è stato registrato all’interno del vostro nuovo studio, non è così? 
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Sì, e credo proprio che d'ora in poi adotteremo questa soluzione anche per il futuro... 
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Quale differenza avete percepito rispetto alle session degli album precedenti? 
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Riallacciandomi al discorso di poco fa, posso dirti che abbiamo lavorato con più spontaneità, con più naturalezza... 
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Si tratta di un’altra vostra autoproduzione... 
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La decisione di autoprodurci è stata presa già da anni... Una decisione che ti consente di personalizzare in ogni modo e sotto ogni aspetto la tua musica... 
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Perché "Love 2"? 
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Anche il titolo trae ispirazione dalla totale spontaneità attraverso cui il disco è stato elaborato... 
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Quali brani credi siano i più significativi? 
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"So Light Is Her Footfall", la prima traccia registrata, riassume lo spirito globale dell'album. Poi "Do The Joy" e "Be A Bee": credo abbiano entrambe un’enfasi molto particolare… 
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Ora vorrei tornare sul finire degli anni Novanta, quando gli Air stavano per dare alle stampe "Moon Safari" (Virgin, 1998). Oppure ancora prima, nel periodo della realizzazione dei singoli successivamente ripubblicati nell'ep "Premiers Symptômes" (Source, 1997)... 
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Come immagino tu sappia, all’epoca, in Francia, esisteva un movimento denominato French Touch: una sorta di comune nella quale confluiva una grande varietà di musicisti. Anche noi eravamo della partita. Ci si incontrava spesso e si discuteva a fondo dei propri progetti... Non regnava alcuna rivalità... Che dire in sintesi? Degli anni estremamente stimolanti ed eccitanti... 
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Quali erano le vostre maggiori influenze musicali? 
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Centinaia di colonne sonore, ma mi limito a citare soltanto Isaac Hayes… 
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E ora, invece? 
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Hayes risuonerà all’interno di ogni nostra composizione anche in futuro, ne sono convinto. Tentiamo in ogni caso di scoprire costantemente nuova musica, nuove sonorità... È inevitabile: un musicista non può in nessun modo mettere un freno alla propria ricerca. Se ciò accadesse, limitazioni e ripetizioni risulterebbero imprescindibili... 
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Siete riusciti ad amalgamare elettronica di fattura Seventies (Moog, Vocoder, Korg MS-20, Wurlitzer...) a una strumentazione acustica: un binomio in apparenza dissonante o quantomeno poco comune… 
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Abbiamo sperimentato tanto, rendendoci conto, alla fine, che questa fusione risuonava alquanto seducente... 
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Qualche anno fa ho avuto modo di assistere a un vostro live: ricordo svariate improvvisazioni e variazioni... 
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Effettivamente l’improvvisazione era diventata un nostro cliché, malgrado il pubblico si aspettasse un’esecuzione fedele alla registrazione in studio. Un fattore, comunque, adattabile soltanto a un numero limitato di nostre composizioni, purtroppo non tutte lo consentono… 
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La prima collaborazione in ambito cinematografico si è sviluppata con Sofia Coppola, attraverso la realizzazione della colonna sonora del film "Virgin Suicides" (USA, 1999) - "The Virgin Suicides" (Virgin, 2000) -: si sono verificati cambiamenti rispetto al vostro usuale metodo di composizione? 
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Non a livello di scrittura, ma dal punto di vista compositivo per quanto riguarda l'adattamento della musica al film. Come dire, spesso ti ritrovi a fare i conti con problemi di traduzione dal linguaggio delle immagini al linguaggio musicale. 
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Qualche anno dopo vi ha contattato anche Alessandro Baricco, proponendovi di musicare una sua narrazione - dal romanzo "City" (Rizzoli, 1999) -, pubblicata successivamente in "City Reading" (Virgin, 2003)… 
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Credo che Alessandro abbia apprezzato il nostro lavoro, nonostante io non abbia analizzato a fondo i suoi testi… Non parlo così bene l’italiano… In termini generali, posso dirti, comunque, che a livello compositivo il procedimento di stesura dei brani è stato molto simile a quello adottato per i nostri dischi. 
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Quali i progetti a breve termine? 
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Tra due settimane incominceremo le registrazioni della colonna sonora destinata alla trasposizione cinematografica di "A Distant Neighborhood" (Shogakukan, 1998-1999), un manga di Jiro Taniguchi


INFO 
AIR (OFFICIAL FACEBOOK PAGE)


AUDIO & VIDEO STREAMING ADDED ON APRIL 29 2022

 



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